Al giorno d’oggi, non esistono più “confini”, e ormai anche nel nostro Paese è consuetudine che ci si ritrovi ad avere a che fare con matrimoni bilingue. Per studio o per lavoro sono sempre di più i giovani e non che si trasferiscono in un paese diverso da quello di origine e grazie a questo sono sempre in crescita i matrimoni tra persone di diversa nazionalità. Se il vostro sarà un matrimonio bilingue ecco per voi alcuni consigli pratici su come organizzarlo senza ansie e soprattutto curando e pianificando ogni dettaglio.

La prima domanda cui dare risposta riguarda il rito nuziale: in quale lingua bisognerà svolgere l’intera cerimonia.
Semplice: in entrambe le lingue.

Dovrà essere premura degli sposi ingaggiare un interprete che possa, durante il matrimonio, tradurre ogni parola. Così che tutta la cerimonia, compresi gli atti pubblici, possa essere comprensibile, non solo da entrambi gli Sposi, ma anche da tutti gli invitati. Questa prassi è disciplinata da due articoli (3 e 66) del Presidente della Repubblica (3 novembre 2000, n.396) secondo cui l’interprete, dovrà presentarsi all’Ufficio di Stato Civile, per comunicare la propria disponibilità, esibendo un documento d’identità valido. I suoi dati anagrafici saranno inseriti nell’atto di matrimonio che dovrà firmare anche lui. Per far sentire a loro agio proprio tutti gli invitati, sarebbe opportuno che ogni dettaglio sia pensato nelle due lingue di appartenenza. Le partecipazioni, per esempio, vanno pensate e realizzate personalizzate in base alla nazionalità del destinatario. Sarebbe interessante e originale, far percepire a tutti gli invitati, lo spirito internazionale dell’evento: e allora perché non valutare un invito in cui ci sia il contenuto nelle due lingue. Elemento importante potrebbe essere la creazione del “tableau mariage” e dei menù del ricevimento in entrambe le lingue. Un ulteriore piccola accortezza potrebbe essere quella di scegliere un catering o un ristorante che possa preveder uno staff di camerieri che conosca entrambe le lingue. Eviterete che alcuni invitati si sentano come “pesci fuor d’acqua”.

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